A volte, ritornano. I post della “Scuola di Felicità”, intendo. So che dovrei scriverne molto di più, ma purtroppo il tempo è sempre un po’ tiranno e a volte mi lascio infiammare piuttosto da articoli di denuncia e sfogo. Comunque, ora sono qui e sono qui perché continuando ad interessarmi alle questioni di genere non posso far altro che osservare come ci sia un elemento attorno a cui ruotano parecchi problemi.
Quando non c’è, è difficile raggranellarne un po’, e quando c’è – specie quando sono le donne ad averla – diciamo che una buona parte della società si coalizza per azzerarla.
Questo prezioso ingrediente della Felicità è : una sana autostima.
Credo, senza timore di essere smentita, che più della metà di noi sia afflitto da problemi di bassa autostima, che possono avere diverse origini. La più comune è l’autostima squilibrata fin dalla più tenera infanzia da genitori ipercritici o – al contrario – iperprotettivi. Nel primo caso il/la bambino/a non si sente mai all’altezza del loro giudizio o del loro esempio, mentre nel secondo non si sente all’altezza delle loro lodi. Succede, eh. Ovviamente non è solo colpa di mamma, papà e parentame vario, ma anche delle impressioni che segnano il carattere fin da subito o anche di tendenze innate.
Diciamo che, crescendo, le cose non si fanno più facili.
La scarsità di autostima può portare a cercare di costruirsela nei modi sbagliati, per esempio imponendosi con prepotenza su altri giudicati ancora più deboli, oppure seguendo modelli che non corrispondono al nostro essere e quindi perpetuando un ciclo di frustrazione.
Diciamo la verità: guadagnarsi un po’ di autostima è un lavoro duro e può durare anche tutta una vita. Ma quando il gioco si fa duro…è lì che cominciamo a giocare, specie se la posta in palio è la nostra felicità!
Dunque l’autostima non è altro che una delle molte facce di un sano amor di sé.
Per sapere se ne avete un po’ rispondete a queste poche domande:
1. Quando qualcuno ti rivolge un complimento, la tua prima reazione è incredulità?
2. Quando parli, ti riferisci spesso a te stesso come “sbadato/a, scemo/a, stupido/a”?
3. E quando parli degli altri?
4. Di fronte ad una novità, provi paura?
5. Quando ti guardi allo specchio trovi molti difetti?
Se la maggioranza delle vostre risposte è “sì”, forse la vostra autostima potrebbe crescere un po’.
Purtroppo una bacchetta magica che risolva il problema non esiste, ma possiamo provare insieme a pensarci un po’ su.
1. Ascoltiamo la nostra voce. Come noi stessi “parliamo di noi” è molto importante anche per l’opinione che man mano si formeranno gli altri. Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma se continuiamo a ripetere quanto siamo sciocchi o imbranati, o peggio…gli altri non impiegheranno molto per crederci ed il loro atteggiamento verso di noi cambierà negativamente. Un conto è riconoscere e scusarsi per i propri errori, un altro è giustificarsi compulsivamente perché si respira troppo forte. Mi spiego? Tutti abbiamo una voce interiore: facciamo in modo che quella per prima ci riempia di complimenti. Il resto verrà da sé.
2. Meditiamo. Non intendo dire che dobbiamo metterci seduti come monaci buddisti, ma che vale la pena, per pochi minuti al giorno, fare un’escursione nel nostro “io”. Chiediamo a noi stessi che cos’è che ci mette a disagio e ci fa sentire così sbagliati. Vedrete che lentamente, emergerà una risposta ed è su quella risposta che dovremo lavorare.
3. Siamo più gentili con noi stessi. Essere più rispettosi di noi stessi e più morbidi con i nostri errori ci aiuta anche a non essere così rigidi con gli altri. A volte il perfezionismo supera la soglia di guardia: voler fare una cosa al meglio è un’ottima qualità finché non si supera la linea. Accettiamo serenamente che ci sono elementi che non possiamo controllare e questo svilupperà un’altra dote importante: la tolleranza.
4. Stabiliamo chiaramente chi abbiamo intorno. Una massima divertente diceva “Prima di diagnosticarti depressione o bassa autostima assicurati di non essere circondato da stronzi.” Checché se ne dica, il giudizio altrui influisce pesantemente sul nostro modo di comportarci. Essere attenti alle esigenze altrui va benissimo, anzi, è un dovere morale. Attenzione, però, a non farci calpestare.
5. Impariamo a dire no. A volte, pur di ottenere l’approvazione altrui, facciamo scelte che non ci rappresentano e che, alla lunga, ci portano alla frustrazione. Può trattarsi di piccole cose, ma anche di scelte di vita (gli studi fatti per compiacere la famiglia, per esempio). AAAAALLLLTTTTT!!! Questo è un grave errore. Se impariamo ad ascoltare prima di tutto la nostra voce interiore saremo in grado di avere più chiaro che cosa realmente desideriamo. Dopodiché tocca imparare ad esplicitarlo. NO è una parolina molto utile, alle volte.
Qui – mi rivolgo in particolar modo alle ragazze – scatta spesso e volentieri il senso di colpa: noi ragazze siamo abituate al ruolo che ci vede “graziose, accoglienti e naturalmente disposte al sacrificio e alla cura”. Beh, sono balle. Essere disposte ad aiutare gli altri è una dote. Averla sviluppata è fantastico. Ciò non significa che dobbiamo immolarci sull’altare del prossimo, specie quando la cosa viene data per scontata e non ci viene rivolto neppure un grazie.
6. Diamo valore a ciò che facciamo. Non tutti siamo professionisti che lavorano per Emergency. Ben pochi tra noi hanno nell’armadio la tutina da super eroe e si diletta nel salvare il mondo ogni mattina. Eppure, ciò che facciamo ha un valore. Impariamo a cercarlo e a vederlo noi per primi. Fosse anche intrecciare collane di fiori, sappiate che state creando bellezza in questo mondo. E c’è più bisogno di bellezza e creatività che di petrolio e guerre di religione, questo è sicuro. Impariamo, da questa via, a incoraggiare la creatività altrui: non sappiamo che cosa potrebbe fiorire da un semplice: “Per me stai facendo bene, vai avanti così!”
7. Facciamo pace con lo specchio. Per quanto, ne abbiamo già parlato, i modelli imposti siano irraggiungibili e per quanto sia radicata dentro di noi la struggente voglia di corrispondevi…impariamo a guardarci con occhio più gentile. Siamo un corpo che, per il solo fatto di essere animato e funzionare, è unico al mondo. Ritroviamo questa meraviglia, nella gratitudine di ESSERCI. Poi possiamo adornarci come meglio ci aggrada, possiamo fare la dieta o dare un nome ai propri rotolini, possiamo rasarci a zero o metterci il parrucchino…prima però dobbiamo capire il valore del corpo che abitiamo e che le copertine sono fatte apposta per farci notare le differenze ed indurci a colmare il vuoto spendendo più soldi possibile…
8. Ogni mattina, rivolgiamo a noi stessi tre parole buone. (possono essere molto più di tre, se volete). E’ una buona abitudine, perché ci riconcilia con noi stessi. Se poi ci sforziamo di trovare anche qualcosa di buono (sinceramente!!!) da dire a qualcun’altro è il TOP.
9. Ogni sera, concentriamoci su un nostro successo. Che sia piccolo o grande, non importa: avremo pur fatto qualcosa di buono in un’intera giornata! Se ci va, scriviamolo anche e scriviamo i motivi per cui siamo stati orgogliosi di noi stessi. Facciamolo anche con i nostri figli, se ne abbiamo, sottolineando la cosa buona in cui sono riusciti.
10. Concediamoci un premio. Forse la cosa vi farà sentire un po’ cagnolini, ma tutti abbiamo bisogno del biscottino, ogni tanto. Cercate di non finire sul lastrico, ma vi farebbe bene – quando pensate di aver ottenuto uno dei vostri piccoli successi – concedervi anche un premio. Non so, può essere una serata fuori, un sapore particolare, un’ora di rilassamento…una coccola, insomma. Non tutto deve prevedere l’impiego di denaro, ma deve essere qualcosa che vi piace e che, per qualsiasi ragione, non riuscite a concedervi spesso. Premiatevi, perché facendolo significa che vi ritenete entusiasti di voi stessi e del vostro operato.
Sull’autostima tornerò, perché so che non è tutto rose e fiori…mi aspetto, però, le vostre mail e i vostri commenti, per vedere se funziona. Io sono sicura di sì: non che sia una campionessa, ma se mi aveste conosciuta dieci anni fa capireste che non sto parlando di qualcosa che non conosco! Eh eh eh.
*nasconde nel cassetto il suo logoro Quaderno dell’Autostima”.