Quando si dice che il tempo vola…per me in questo periodo non rende abbastanza l’idea. Tra due giorni Richard The Coccolyn compie tre mesi ed io non mi capacito.
Sono giorni di risvegli notturni (non troppi…pciù pciù, questa sono io che mi bacio i gomiti), pannolini pieni (che io non ci credevo quando mi dicevano che i neonati fanno più robbbbba di Godzilla), lavatrici, filastrocche senza senso o con rime improbabili, nonni sdilinquiti, tette doloranti (sì, ho detto tette!), sonaglini, bavaglini…e c’è il mio Lui piccino che al risveglio mi sorride con quella fossetta lì e si aggrappa a me, proprio a me, e cerca me più spesso di chiunque altro facendomi sentire il cuore grande e leggero, tanto che gliene farei una spremuta.
Sono felice in un modo solido e tranquillo, completa solo quando ci abbracciamo tutti e tre nel lettone; sono sulle nuvole gran parte del tempo, forse, però mi piace.
Faccio tesoro di questo periodo prezioso.
Lì fuori, l’anno non è cominciato al massimo, lo so. Leggo di una campagna elettorale vergognosa, di intolleranza troppo diffusa, di ragazze innocenti che continuano a morire e che vengono strumentalizzate senza alcuno scrupolo.
Ma in questo periodo mi basta affondare le labbra sulla guancia di panna del mio bambino, respirare la sua pelle per allontanare ogni negatività. E’ una bolla effimera, perciò non mi sento colpevole.
Non ho mai amato tanto come ora.