Top 5 delle cose INSOPPORTABILI su facebook.

Sembra strano, perché io amo stare su FB. E’ che ultimamente mi viene da chiuderlo sempre più spesso ed ho individuato ben 5 delle probabili cause. Sarò grave, dottore?

E’ forse IL social network destinato a soccombere?

Voi cosa pensate di tutto questo?

  1. BUFALE. E’ una condanna. Un continuo fiorire di stronzate confezionate ad arte, che rendono davvero difficile cercare di informarsi nel modo migliore, anche se uno è armato di buona volontà. Dalla politica all’alimentazione, dallo spettacolo alla salute, le bufale stanno avvelenando quello che poteva essere un ottimo e rapido metodo di passarsi le notizie. Ogni volta che si legge qualcosa, occorre verificare con 30 link diversi, se no è capace di essere fuffa. E neanche dopo si è più tanto sicuri, perché nel frattempo migliaia di boccaloni ci sono cascati e…com’è che diceva il PR di Hitler? Ripeti una menzogna tante volte e diverrà verità. Porca merda, aveva ragione un nazista, aveva. Guarda cosa mi fate dire.
  2. #ESCILE. Ah, se potessi avere un fulmine per ogni decerebrato che pensa di essere incredibilmente simpatico ed originale praticando questa forma di bullismo sessista contro ragazze piacenti che – grazie al cielo – non gliela daranno mai! Che sia una forma di vendettina, o che credano davvero di risultare buffi, questi tizi mi fanno davvero invocare Zeus affinché per una volta colpisca giusto. Il problema è che questo non si ferma ai social, ma ci sono già state molte ragazze importunate – per esempio alle fiere del fumetto – per i loro cosplay. Dal vero. Roba che spero a Lucca Comics non si verifichi o – quanto meno – venga punita con…che so, immersione nell’olio bollente. Dite che è troppo? 😛
  3. I LEONI DA TASTIERA. Ah, la forma internettiana del bullismo. Fare il leone da tastiera significa buttarsi in una discussione senza un minimo di cognizione di causa e offendendo senza alcuna remora chi dialoga con noi. C’è modo e modo di discutere anche su opinioni diverse, ma il leone da tastiera non ne è in grado. Il più delle volte non sa di cosa sta parlando e vuole solo trollare con gli amiketti/le amikette. Di solito diffonde bufale e le difende a spada tratta. Ma se vi incontrasse dal vivo, sta persona non vi guarderebbe nemmeno in faccia per il timore del confronto (o per i freni inibitori che scattano davanti alle persone reali). Il fulcro della cosa è: ma perché non ci comportiamo gentilmente il più possibile, così evitiamo sta figura?
  4. I BEATI IGNORANTI, ovvero quelli che si beano del proprio non sapere. Vi giuro, preferisco i maestrini, i pignoli, quelli che hanno da ridire su tutto. Saranno irritanti, ma almeno scrivono con una ragione. I beati ignoranti no. I beati ignoranti, senza aprire libro, giornale, ascoltare un’opinione diversa, credono di sapere tutto. E pensano che l’enormità che non sanno sia inutile. Ovviamente, scadono spesso nel LEONISMO DA TASTIERA e credono a quasi tutte le BUFALE che capitano sotto ai loro occhi. Come vedete, tutto è collegato.
  5. GLI STANDARD DI FACEBOOK. Mi spiace, ma non funzionano. Affatto. Segnali una pagina che inneggia allo stupro e al femminicidio e ti dicono che è ok. Segnalano la foto di una mamma che allatta ed è cancellata entro trenta secondi, perché il seno si può mostrare solo se appaga l’occhio di uno sbavone a caso, non quando lo si utilizza per ciò a cui serve. Siamo seri: se ci fosse un vero standard dovrebbe avere canoni ben diversi.

E lo so che un social network non è la vita, santo cielo, ma il mio timore è che queste brutture escano dai confini telematici per venirci a bussare alla porta.

La BUFALA del Gender, i ragazzi che bullizzano le cosplayers, locali della mia zona che invitano noti misogini e ne fanno un vanto, sperando di attirare beati ignoranti…

Ho la triste sensazione che tutto quanto avviene in rete si ripercuota nel reale. Che facebook sia davvero lo specchio di quanto sta accadendo…e questo mi spaventerebbe. Molto.

Una risposta »

  1. Pingback: alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 22.10.15 | alcuni aneddoti dal mio futuro

  2. Personalmente sono anche molto infastidita da tutte quelle “richieste di solidarietà” per cui viene pubblicata la foto di un bambino disabile, di una persona malata o anche di un animale sofferente o bruttino e il senso è “se hai sensibilità condividi o metti un mi piace”. Sinceramente credo che la solidarietà o l’attenzione per le sofferenze altrui si comunichino in altro modo e non e che perdendo una frazione di secondo a mettere un like cambio qualcosa … Forse sbaglio io, non so, ma mi pare una solidarietà facile e ostentata.

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