Su Bloggers, libertà d’opinione, diffamazione e soldi per scrivere.

Lucia Annunziata – ora direttrice dell’edizione italiana dell’Huffington Post – pensa che i blogger (anche quelli che scrivono per testate online importanti) non debbano essere pagati in quanto gli articoli sono semplici “opinioni” su fatti già noti. Si aggiunge poi la notizia della condanna di Alessandro Sallusti – oggi direttore de “Il Giornale”, ma responsabile di “Libero” ai tempi considerati nel processo – il quale permise nel 2007 la pubblicazione di un articolo a firma “Dreyfus” che conteneva illazioni in merito alla vicenda di una tredicenne che è dovuta ricorrere al giudice per poter abortire, in quanto i genitori erano separati e la ragazza non voleva informare il padre.

Alessandro Sallusti. No, non mi sta molto simpatico, ma non si può piacere a tutti, giusto?

QUI trovate l’articolo, QUI invece c’è il commento di Alessandro Robecchi in merito alla contraerea che si sta sollevando da più parti in difesa del giornalista e della “libertà di opinione”.

Ora, probabilmente, a voi le due notizie appariranno quasi totalmente scollegate, ma a me è salita una certa indignazione.

1° : sono assai delusa del fatto che la Annunziata – che di certo ha un curriculum invidiabile e un’esperienza giornalistica rara – si dimostri così cieca nei confronti dei bloggers. Sembra quasi che non si sia accorta che la Rete oggi non solo “rimaneggia” i contenuti, ma li produce. I bloggers sono il cuore del giornalismo in rete, che molti lo facciano per “passione” e non per guadagno è semmai un punto a loro favore. Certo, mettere a capo di una testata online che ha fatto successo grazie ai bloggers una persona che come prima dichiarazione enuncia come i bloggers stessi siano niente più che “opinionisti di serie B” fa un po’ ridere, non trovate?

Verrebbe  da domandarsi se senza di loro le testate online potrebbero restare a galla, ma vabbe’.

2° Se i bloggers sono “opinionisti” e i “giornalisti con tesserino” non lo sono, allora non è possibile difendere Sallusti. Significa che l’articolo incriminato – essendo prodotto giornalistico e non opinione – è pura e semplice diffamazione a mezzo stampa.

3° Trovo disgustoso che un giornalista stipendiato possa mettere su carta una simile ridda di falsità solo per veicolare la propria idea. Oltretutto trovo un’aggravante nel fatto che l’articolo riguardi proprio il discusso tema dell’aborto e la Legge 194. E’ davvero rivoltante constatare che gli attacchi a questa norma continuano su più fronti e che si cerca di svuotare il significato di tale legge proponendo una simile, stucchevole retorica ed infarcendola di bugie.

4° La collaborazione volontaria dei bloggers non dovrebbe significare “sfruttamento”. Scrivere un articolo – persino uno superficiale come questo – implica impegno nel ricercare le fonti, nel produrre un testo che crei informazione, nel raccogliere spunti il più possibile affidabili ed adeguati. Se una testata online produce utili per  migliaia di euro, continuare a basarsi sul “volontariato” è totalmente sbagliato, nessuno mi convincerà mai del contrario.

Certo, si potrebbe dire che ci sono troppi “scribacchini” disposti a scrivere gratis (o per prezzi irrisori) che in qualche modo “rovinano” il mercato dei cosiddetti “professionisti”, ma temo che questo discorso non sia applicabile alla Rete.

Un blog seguito da centinaia di migliaia di persone ha un bacino di utenza superiore a quello di alcune testate. Nel caso di un blog personale (i casi sono rarissimi, ma ci sono!) il blogger – di sicuro capace e fortunato – ricaverà qualcosina dalla pubblicità. Nel caso di un blogger facente capo ad una qualche organizzazione che guadagna, invece, dovrebbe essere stipendiato come un qualunque dipendente. In fondo, scrivere è ancora un lavoro. Serio, per giunta.

Una risposta »

  1. acutequeernerdworld

    Lucia Annunziata.. Ma chi mi hai tirato fuori?? colei che prima le spara e poi si ritira? avrò un curriculum invidiabile ma il più delle volte spara, permettetemi, cazzate, perchè questo atteggiamento da intellettuale “chesotuttoioperchèhostudiato” la fa sentire una dea nell’olimpo dei giornalisti.
    Fare i Blogger è così inutile? A me risulta che adesso la maggior parte dei siti e delle testate giornalistiche abbiano un blog proprio, scritto magari dai vari direttori o di altri opinionisti. Forse la nascita del blog o dei blogger è stata anche un bene per noi che vogliamo raccontarci e vogliamo essere slegati dai vari giochini di politiche aziendali corrotte.
    Magari potessi fare il blogger come mestiere! Scrivere su vari argomenti ed essere pagato per questo.. si fa già fatica a farsi conoscere e ad avere un seguito, quando si arriva a un certo numero di followers si cerca anche di ricavarci qualcosa attraverso le pubblicità.. e non ci vedo nulla di male, sono soldi puliti, frutto anche dell’ammirazione che ha certa gente nel seguirti (al contrario di tanti altri lavori).
    In merito a Sallusti, lo trovo semplicemente vergognoso! la parola LIBERTA’ DI OPINIONE non dice nulla? Manco fossimo sotto un regime dittatoriale.

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  2. Il problema di Sallusti sta nel fatto che, se leggi l’articolo di Dreyfus, non trovi un’opinione. Trovi una FALSA COSTRUZIONE DEI FATTI. Il reato è quello, reato da parte di uno che è pagato per scrivere. 🙂

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  3. Grazie Miss, per aver diffuso il post di Robecchi che spiega chiaramente i termini della questione

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  4. Veloce sui bloggers: basti considerare che i giornalisti “opinionisti” sono in genere i più pagati e AHI quanto costa una loro “opinione”, che sia un editoriale o una comparsata tv. Sono lontani i tempi in cui il giornalista era quello a caccia di notizie. Adesso la caccia la fanno in pochi, è molto più comodi stare seduti davanti a twitter (unica vera fonte “mediamente imparziale” di notizie) e poi commentare, o semplicemente sviluppare telefonando a tizio e caio.

    E mi ricollego al resto, avendo letto anche una difesa di Sallusti che non mi aspettavo da parte di Travaglio, che ammiro molto. Dici bene, quando dici che una cosa è dare un’opinione (=opinabile) e una cosa dare una notizia falsa. E’ un po’ la differenza tra un cosiddetto “virgolettato” e una sintesi: al primo ci si può appellare, perché viene esposto come fatto oggettivo, il secondo è interpretabile e difficilmente condannabile.
    In questi casi ovviamente il danno c’è, ed è immediato: per quanto sia parzialmente riparabile con una smentita.
    Che la galera sia la pena più adatta, ho i miei dubbi: vedrei meglio ammende pesanti, sensibili, che fungano da deterrenti nel momento in cui ci si accinge a pubblicare una notizia non controllata (o volutamente mistificata). E magari anche qualche provvedimento “light” tipo espulsione dall’Ordine dei giornalisti non sarebbe male.

    Il problema reale è che quando scrivi su un quotidiano (chiamiamolo così) non è sempre facile distinguere l’opinione dal fatto. Anzi, checché ne dica l’Annunziata, gli articoli sono sempre una commistione delle due componenti, altrimenti basterebbe l’Ansa. E districare la mistificazione vera e propria dal reato d’opinione è impresa ardua e pericolosa.

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  5. Su Sallusti manco mi pronuncio, che si rechi dove è bene che si rechi. Se si fosse degnato di recarsi ai processi, la cosa si sarebbe forse potuta negoziare. Visto che ha voluto fare lo sbruffoncello che ‘io so’io’, s’inerpichi su per lo scosceso colle di cacca che merita.
    … che poi non si tratta appunto di ‘opinione’, ma di ‘falso’, quindi…
    Ad ogni modo!
    Io non so bene come pormi sulla cosa delle testate giornalistiche. Cioè… non so. Ci sono dei siti – non sono molto informata, parlo di quel che ho sentito, se ho capito male correggetemi – in cui uno viene pagato un tot ad articolo, no? Cioè, e se l’articolo fa schifo? Se non dice nulla? Tipo Giornalettismo e altri che non mi vengono in mente, che col tempo sono diventati ricettacolo di inutilità e pettegolezzi… non so, il blogger non dovrebbe essere un amatore? Un dilettante? La differenza col giornalista c’è eccome, come quella tra critico e bookblogger, no? Non so, sono combattuta. Per esprimermi a dovere dovrei sapere se quello che pubblica su un sito di giornalismo supera una qualche selezione, come viene scelto, se tiene una sua rubrica che magari attrae gente o simili…

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