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Il nuovo libro di J.K.Rowling

Certo, deve essere difficile sganciarsi da un fenomeno come “Harry Potter”, dopo sette libri, i film e tutto il can can pubblicitario (e monetario!) che ne è conseguito. Di sicuro la mamma del mago più giovane e famoso del Ventunesimo Secolo non si è lamentata, ma è altrettanto certo che la pressione per l’uscita del suo nuovo lavoro deve essere stata appena un pelino al di sotto di quella che troviamo in fondo alla Fossa delle Marianne. Vi pare?

Ebbene “The Casual Vacancy”, l’ultimo romanzo di J.K.Rowling, nonché il primo espressamente dedicato ad un pubblico adulto, è uscito il 27 Settembre in Inghilterra, mentre è stato annunciato che da noi arriverà nelle librerie il 6 Dicembre, sempre grazie a Salani.

Come era prevedibile, la stampa inglese non ha esitato a dar fuoco alle polveri: in primo luogo per il linguaggio scurrile, e poi per una “assenza di speranza” (segnalata da più testate giornalistiche…ma sarà vero?) che rende il libro cupo e, unito alla prosa ripetitiva e poco brillante, piuttosto difficile da digerire.

Se queste illazioni critiche sono vere, noi potremo saperlo solo tra qualche mese, a meno di non essere tanto bravi da poter recensire in lingua originale (cosa che io non mi sento di fare, dato che non penso di poter criticare qualcosa di scritto in una lingua diversa dalla mia), tuttavia, probabilmente, un fondo di verità c’è: il punto forte della Rowling non è mai stato tanto lo stile quanto la caratterizzazione di ambienti e personaggi per i quali sembra invece che anche in questo caso se la sia cavata bene.

Tanto è vero che gli abitanti di Tutshill, dove la scrittrice ha trascorso l’adolescenza, avrebbero riconosciuto la loro cittadina nella apparentemente idilliaca Pagford e se ne sarebbero risentiti, dato che nella trama escono man mano i vizi e le perversioni degli abitanti, mostrando al mondo che tanto paradisiaco, questo posto, non sarebbe.

Il motore della storia è la morte improvvisa di Barry Fairbrother, che, venendo a mancare, lascia un posto vacante nel consiglio parrocchiale della cittadina di Pagford, apparentemente un piccolo borgo inglese confortevole e grazioso. Ma dietro la facciata si nascondono rancori, invidie e vizi di ogni sorta e le elezioni per il nuovo rappresentante saranno l’occasione per mostrare le miserie umane che un’ipocrita senso di rispettabilità può nascondere.

Non ho letto il libro, perciò la mia è solo un’anticipazione per ammettere che non vedo l’ora di leggerlo: ho apprezzato Harry Potter, ma non ne sono mai stata una fan  sfegatata. Questo coraggioso tentativo della Rowling mi ispira di più – in qualche modo – perché nonostante manchino la magia e il fantastico, cioè gli elementi che da sempre mi attraggono in letteratura, apprezzo il fatto che l’autrice non marci sul sentiero del successo pre-confezionato e provi una nuova strada. Per questo mi auguro di leggere una storia solida, con personaggi ben delineati. Se ci fossero anche soltanto questi due elementi, benché sia impossibile dimenticare Hogwarts, la Rowling potrà dichiararsi soddisfatta. E anche noi, in fondo.