Qual è la tua etichetta?

So che è qualche giorno che vi faccio mancare il post polemico e so che molti di voi ne sentono la mancanza. Ebbene, in questi giorni riflettevo su pregiudizio e discriminazione e devo dire che mi è apparso più chiaro che mai come – in particolare per quanto riguarda le donne, ma nel concreto riguarda un po’ tutti – lo strumento per eccellenza della discriminazione sia la facilità con cui si affibbiano delle etichette.

Diciamo “grassa” ad una persona che non entra in un paio di jeans taglia 40, senza voler capire che – o ci nasci, oppure per entrarci devi ammalarti.

Diciamo “troia” a una ragazza che ha cambiato più di tre fidanzati in un mese. (E non si capisce bene perché ad un ragazzo che cambia tre fidanzate riserviamo la standing ovation, ma questa è un’altra storia).

Diciamo “Oca” ad una ragazza perché magari la sentiamo ridere a voce alta.

Diciamo “barbone” ad un ragazzo perché va in giro con abiti lisi ed un auto scassata.

Diciamo “frocio” ad un ragazzo perché indossa pantaloni rosa.

Diciamo “sfigato” ad un ragazzo che –magari per un aspetto non proprio abbacinante ed un po’ di timidezza – ad una certa età non ha ancora avuto molte esperienze.

Sono solo alcuni stupidi esempi. Se ci ascoltiamo parlare, però, di queste etichette noi riempiamo ogni giorno il mondo.

Il problema, secondo me, non è tanto la capacità di NON giudicare: non crearsi un proprio giudizio su cose e persone è disumano e sottintenderebbe la mancanza di pensiero. Come sapete io non sono per l’essere acritici.

Ciò che secondo me è dannoso è che certe etichette dovrebbero essere di carta straccia ed invece sono scolpite nella roccia. Ovvero: le etichette – i pregiudizi – invece di sciogliersi come neve al sole, rimangono. Rimangono addosso alle persone per anni. E alcune sono in grado di rovinare vite.

Cosa voglio dire con questo post? Non certo mettermi in cattedra. Io sono la prima ad essere maligna in molti casi (magari non in modi così eclatanti come negli esempi che ho citato), specie come le persone che mi stanno antipatiche.

Il fatto è che davvero penso di poter porre rimedio con un po’ di sforzo a questo atteggiamento mio ed altrui.

Innanzi tutto pensando ad altro, magari a qualcosa che rende felice me ed i miei amici. Magari facendo pratica di qualche gesto gentile extra.

E magari imparando una qualità rara, che non va confusa con la debolezza ed il continuo adattarsi alla mentalità altrui, ma che di sicuro può aiutare sia nella vita di tutti i giorni che nella pratica verso la Felicità: l’Elasticità Mentale.

L’Elasticità Mentale – tra le altre cose – aumenta la capacità di empatia, ovvero l’immedesimarsi nei panni altrui. Significa provare davvero a capire le ragioni degli altri.

Non è facile, specie quando siamo vittime di uno sgarbo o di un atteggiamento sbagliato.

Eppure l’Empatia regala grosse sorprese. Praticarla, modifica in modo consistente l’atteggiamento verso il prossimo. Significa fermarsi, chiudere gli occhi e analizzare la situazione da un punto di vista che non è il nostro. All’inizio, richiede molto tempo e devo ammettere che anche quando vi si riesce il risultato non è garantito (a volte gli sgarbi sono troppo grossi e prolungati nel tempo), a volte però ci rendiamo conto di dare “giudizi facili” ed appioppare etichette solo “per sentito dire”. A questo possiamo davvero porre rimedio.

E la vostra etichetta qual è? La mia attuale credo sia “zitella-acida-pettegola-che-va-con-uno-troppo-giovane-femminista-e-con-i-capelli-tinti” e se chi me lo dice si prendesse la briga di approfondire scoprirebbe che:

a) non sono più zitella

b) non sono acida, sono onesta nel criticare

c) non sono pettegola, scambio informazioni specie se sono belle

d)Lui di sicuro è giovane, ma non è troppo giovane per me, il che significa probabilmente che lui è più maturo e io più immatura, quindi stiamo insieme a metà strada

e) femminista = colpevole, vostro onore!

f) stacci te con i capelli marroncino triste. Io ravvivo con un bel color Caffè e riflessi rossi. Perché io valgo, Tiè. No, L’Oreal non mi paga. 😀

 

Una risposta »

  1. acutequeernerdworld

    io sono una brutta frocia sfigata depressa terrona! XD tutto rigorosamente al femminile, perchè quando sei ricchione sei donna e non più un uomo! W le etichette! XD ahahahahah

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  2. Eeeh >_>
    Quanto hai ragione. Più che altro io credo che sarebbe tanto salutare per certa gente rendersi conto che le etichette servono – se poi servono – giusto per facilitare o catalogare di primo acchito, non per insultare/smembrare/bullarsi. Ovvio che se uno gira con una giacca di pelle, una maglia dei Cannibal Corpse e i capelli lunghi dovrò etichettarlo come ‘metallaro’, ma il punto è che l’etichetta non definisce interamente una persona. Invece ci sono pure persone che credono che basti un’unica parola e che dietro quella parola ci sia tutto il resto. Cheppalle l’umanità >_>

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  3. Uno squalo-iena-eretica-mezzastrega-con i capellibianchi tinti e mi amo alla follia ^_^

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